Nota al Testo

Negli anni in cui a Roma queste lezioni vennero tenute da Walter Binni, che giungeva all’Università “La Sapienza” dopo l’insegnamento genovese e fiorentino, io ero tra i numerosissimi studenti che affollavano l’Aula I della Facoltà di Lettere e seguivano con intensa passione quei corsi.

Non sempre al valore scientifico di un professore si accompagna una capacità di comunicazione didattica efficace e intellettualmente generosa: quando ciò accade la lezione diventa un’esperienza culturale integralmente significativa, un’occasione di collaborazione educativa, un momento di intenso rapporto dialogico fra le parole del docente e le aspettative inespresse (e magari ancora ignote), ma comunque vivissime ed esigenti, di chi ascolta.

Per noi che seguimmo quei corsi leopardiani si verificò questo tipo di esperienza, destinata a lasciare in molti tracce durature.

Come debito di riconoscenza per la ricchezza di quel magistero ho accettato di curare l’edizione di queste Lezioni leopardiane, proponendomi di accompagnare con il massimo rispetto il passaggio dalla veste informale delle dispense (quelle dispense su cui io stessa ho studiato e ho continuato a studiare), alla veste tipograficamente compiuta del volume stampato.

Queste Lezioni valgono dunque come testimonianza di un intreccio particolarmente felice fra ricerca e didattica (e, come ogni autentica testimonianza, continuano a essere attuali). Fu, infatti, in quegli anni romani, nella dinamica vitalità dell’insegnamento, che il Leopardi di Binni prese la piú organica fisionomia critica. Tanto piú esse valgono dunque come contributo tutt’ora fecondo alla vicenda interpretativa di Giacomo Leopardi, di cui, come è noto, Binni è, nel secondo Novecento, un protagonista indiscusso. Le Lezioni restituiscono infatti tutta la ricchezza di un’analisi (relativa soprattutto alle finissime letture dei testi poetici) che venne sacrificata in maniera piuttosto consistente al momento della sintetica rielaborazione cui le dispense furono sottoposte quando Binni le riutilizzò per l’«Introduzione» ai due volumi leopardiani di Tutte le opere dell’edizione Sansoni e, poi, per La protesta di Leopardi.

La lettura di questo volume permetterà di entrare dentro quel laboratorio critico leopardiano, che Binni lascia alla cultura italiana come patrimonio fecondo e duraturo.

Nella revisione del testo delle dispense, redatte negli anni ’64-67 da Roberto Cardini, ho cercato di uniformare il vasto materiale intervenendo con minimi ritocchi (soprattutto sulle ripetizioni lessicali e talora concettuali), laddove i periodi rivelavano in eccesso l’immediatezza della trasmissione orale. Ma nel complesso ho voluto lasciare il piú possibile il tono della lezione, conservando spesso formule allocutive e anche ripetizioni, allorché esse mi sono apparse come precise scelte stilistiche di un critico che ha sempre rifiutato la forma rifinita, preferendo uno stile energico, denso, anche a costo di risultare poco accattivante.

Quando le lezioni furono tenute, il testo di riferimento per le citazioni leopardiane era necessariamente l’edizione mondadoriana di Tutte le opere, a cura di Francesco Flora. La revisione di tutti i testi e di tutte le citazioni leopardiane è stata qui compiuta sull’edizione sansoniana del 1969, curata da Walter Binni con la collaborazione di Enrico Ghidetti; a questa stessa edizione ci si è riferiti per le note ai testi.

Il lavoro di controllo dei testi citati e dei riscontri bibliografici è stato effettuato da Marco Dondero, senza la cui collaborazione sarebbe stato senz’altro difficile portare a compimento il volume.

L’edizione critica cui si è fatto riferimento per i Canti e per le Operette morali è quella a cura di Francesco Moroncini, che, unica allora esistente, fu la medesima utilizzata da Binni.

Cosí, i vari testi letterari non leopardiani citati nel corso delle lezioni sono stati per lo piú riscontrati nelle edizioni che furono usate dal critico.

La bibliografia critica è stata compiutamente aggiornata, ovviamente soltanto in riferimento agli studi chiamati in causa nel testo.

Per le opere leopardiane, a ogni prima citazione si dà notizia delle edizioni critiche (anche successive alla data delle lezioni) e in taluni casi anche di edizioni commentate.

Nel nostro lavoro, Marco Dondero e io siamo stati incoraggiati dal ricordo della folla di studenti vecchi e nuovi, giovani e meno giovani, che nella giornata di festeggiamento degli ottanta anni di Walter Binni si sono dati appuntamento nell’Aula I della Facoltà di Lettere nel maggio 1993, per ascoltare la sua lezione sulla Ginestra, in un silenzio attraversato dal vibrare di una autentica commozione e rotto poi da un applauso interminabile, a dimostrare che la poesia di un grande poeta e la lettura di un grande critico sono fatti capaci di creare un clima di profonda comunicazione emotiva e intellettuale.

Novella Bellucci